ARTIGIANI: PROGETTO PER RIACCENDERE LUCE SU FONDI S [..]

ARTIGIANI: PROGETTO PER RIACCENDERE LUCE SU FONDI S [..] - Comunicati Stampa
“Noi ci crediamo e siamo pronti a metterci una parte delle risorse per avviare questo percorso. La nostra sfida deve essere la sfida di tutto il territorio: degli enti locali, a partire dal Comune di Carrara che deve crederci, alle associazioni di categoria passando per istituti bancari, titolari del fondi commerciali ed imprese private”: l’annuncio da parte del Presidente di Cna, Paolo Bedini, seduto a fianco del Direttore, Paolo Ciotti, di fronte ad una sala piena formata dai rappresentanti delle categorie dell’associazione degli artigiani e dipendenti radunati per l’assemblea annuale, non era previsto ma i vertici di Cna ci stavano lavorando già da tempo. Il seme di partenza è uno dei progetti partoriti dal tavolo “CreainRete” promosso dalla Camera di Commercio per il recupero del centro storico e dei fondi sfitti (almeno 100 secondo una recente ricognizione). Decine quelli con le luci spente in quello che era un tempo un epicentro di mondanità, cultura e vitalità accogliente e bello, decine quelli abbandonati a degrado, dimenticati e senza speranza, che allontanano il rilancio del centro storico che lentamente ed inesorabilmente si sta spopolando. Sono lì ad attendere che qualcosa si muova. Vuoti. “Nelle scorse settimane, insieme ad alcuni colleghi – racconta Bedini – abbiamo fatto un giro per il centro storico. Lo spirito con cui lo abbiamo fatto era quello di cercare, con le nostre possibilità, di fare qualcosa per far rinascere un centro meraviglioso che attende solo che qualcuno ci creda veramente. Fa male, troppo male, passeggiare tra vetrine lugubri, strade buie e silenzio. Non è accettabile per una comunità che ha tanta cultura come la nostra. Noi ci crediamo. Mettiamo sul piatto i primi dieci mila euro per far partire il percorso. Questo non è un progetto solo di Cna ma deve essere un progetto di tutto il territorio. Il Comune di Carrara deve fare la sua parte e così lo devono fare la Camera di Commercio, le associazioni di categoria, tutte, le imprese e chi è proprietario dei fondi commerciali. Qui nessuno deve sentirsi una prima donna ne primogenitore perché conta solo creare le condizioni per dare risposte in termini di occupazione e prospettive. Se noi creiamo queste condizioni, e sarà un percorso lungo, forse salveremo anche le imprese che già esistono e che stanno faticando. Altrimenti non resterà nulla e sarà molto peggio rispetto ad oggi…”.   Ma cosa prevede il progetto illustrato da Cna? Innanzitutto la creazione di un fondo speciale che Cna ha ribattezzato “CarraraUp” di almeno 300 mila euro per sostenere l’avviamento delle nuove imprese che dovranno avere determinate caratteristiche come la giovane età del titolare, massimo 30 anni e particolari caratteristiche merceologiche; la disponibilità dei privati a mettere a disposizione i fondi del progetto per un minimo di 5 anni in cambio di una ristrutturazione complessiva e di una rivalutazione patrimoniale sicuramente migliore dell’immobile (un fondo sfitto ed abbandonato vale sicuramente meno di un fondo a norma, accogliente e pronto per essere affittato o venduto); la disponibilità delle imprese a compartecipare, con il lavoro, la manodopera, le idee, alla ristrutturazione dei fondi commerciali anticipando, di fatto, l’investimento materiale da cui rientreranno nell’arco del periodo in cui il fondo commerciale è affittato. “Sia chiaro – ha spiegato ancora Bedini – non ci stiamo inventando nulla. Il progetto lo hanno scritto le migliori menti di questa provincia, è patrimonio di tutti, e si basa anche su altre esperienze. Ogni centro storico fa storia a se ma noi abbiamo molto da offrire: il vero nodo è che non ci crediamo e che ci giriamo dall’altra parte. Andiamo a Pietrasanta ed in altri centri storici perché c’è vita e luce. Dobbiamo ricreare le stesse condizioni ma con una nostra identità”. Per Cna, che chiude un anno molto positivo da tutti i punti di vista con il consolidamento delle tre sedi (Massa, Carrara e Aulla), l’iperattività sul territorio e l’incontro di 500 imprese nei soli ultimi due mesi, ci sono poi altri punti che costituiranno l’ossatura dell’attività sindacale: “questo progetto si farà se avremo tutti il solito punto di vista, non si farà se continueremo a difendere posizioni di pochi. Lo stesso atteggiamento vale per i grandi temi economici e delle infrastrutture che le imprese chiedono ma che non arriveranno mai se continueremo a proporre dieci punti di vista diversi per lo stesso problema. Il frazionamento ha prodotto – ha analizzato Bedini – solo penalità, ritardi e zero opere. Credo che serva un forum per decidere gli obiettivi comprensoriali al di la della politica e contando solo sulle reali esigenze del territorio e delle imprese perché senza imprese non c’è occupazione e piano piano questa provincia sarà un po’ come le province del Sud con i giovani che se ne andranno altrove a cercare lavoro”. Dal piano cave che sta mettendo in crisi il settore dell’estrazione a quello della nautica: “da anni si parla del travel-lift – ha spiegato Bedini – ma siamo ancora al punto di partenza perché ci sono punti di vista lontani nonostante le imprese siano pronte a pagarlo di tasca propria. Alla prossima Seatec creeremo le condizioni per un incontro interregionale tra Toscana e La Spezia per cercare di arrivare ad una soluzione positiva per le imprese ed il comparto della diportistica che ha grandissimi margini di sviluppo con il refitting ed i servizi connessi”. Resta intatto il sogno degli incubatori per le start-up che Cna avrebbe voluto realizzare nell’ex sede del Consorzio Zona: “L’unico rammarico – conclude Bedini -  è non essere riusciti ad acquisire la sede del consorzio Zona per realizzare il progetto degli incubatori: stiamo però cercando spazi idonei per realizzare anche questo sogno”.